
Il dolce e l’amaro di una sentenza che ci ricorda che la vita senza affetti è un deserto
Prima di tutto quello a cui la Corte Costituzionale ci richiama tutti con forza è non dimenticare il “volto costituzionale” della pena, “che è una sofferenza in tanto legittima in quanto inflitta «nella misura minima necessaria»”. E questa affermazione ci colpisce ed è “il dolce” della sentenza, in un momento in cui nella società passa invece l’idea che la pena deve essere inflitta “nella misura massima”. Anzi, la Corte fa di più, dice che negando alle persone detenute l’intimità degli affetti si rischia di arrivare a una “desertificazione affettiva” che è “l’esatto opposto della risocializzazione”.
Ornella Favero | 29/1/2024